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Appunti di viaggio: Magico Egitto

"Conoscere il cielo è sempre stato importante"

Anthony Aveni (astronomo ed antropologo americano)

 

E' raro che chi si occupi di astrologia non avverta il fascino delle antiche civiltà, culla della nostra amata disciplina. Fra queste, in primis, l'Egitto che, come recita Ermete Trismegisto, padre del sapere di questa antica terra, "è una copia del cielo, o, per meglio dire, il luogo in cui si trasferiscono e si proiettano quaggiù tutte le operazioni che governano e mettono in funzione le forze celesti".  

 

Fare un viaggio in Egitto equivale ad entrare in un flusso temporale ancestrale. Per me ha significato rintracciare questo legame con il cielo di cui parlano gli antichi testi ermetici. 

 

Lo ritrovo subito nella Grande Piramide.  Quando, nelle prime luci del mattino, arrivo, con la comitiva con cui ho intrapreso il viaggio, nella Piana di Giza e me la vedo di fronte. L’'impatto è profondamente emozionante: la sua imponenza, il senso immediato delle sue proporzioni perfette, ne fanno una meraviglia davanti a cui tutti gli altri monumenti del mondo antico, seppur maestosi, sembrano, d'un tratto, come scomparire. Non per niente la Grande Piramide, con i suoi 146 metri di altezza e la base di 220 metri quadrati, era considerata la prima meraviglia del mondo antico.  "Lo è anche di oggi", penso. E averla vista e rivista nelle immagini televisive o sulle pagine patinate delle riviste, non toglie nulla ad uno spettacolo davvero mozzafiato.

 

Incomincio la salita lungo la galleria: a passi cadenzati, ritmati, si procede lentamente sulle rampe, con la schiena piegata perché il soffitto è molto basso. "E' sempre con questo segno di umiltà che si approcciano i luoghi sacri dell'antichità", mi dico.

 

L'emozione cresce. L'energia che si respira all'interno è forte, vibrante. Arrivo nella Camera del Re: spoglia, essenziale a parte un bellissimo e perfetto sarcofago di granito scuro.  Fare la levataccia ha prodotto i suoi risultati positivi: siamo i primi ad arrivare e per 45 minuti la sala sarà solo nostra. Tempo ideale per poter sperimentare ognuno di noi l'energia del sarcofago e provare la risonanza e l'effetto di suoni vibratori. Ci disponiamo in cerchio intorno al sarcofago e cominciamo ad intonare i mantra, una  ripetizione di sillabe sacre che  evocate inducono rilassamento e aiutano la concentrazione. La sala riecheggia tutta come se vi fossero degli amplificatori. Quando è il mio turno, trepidante, nonostante sia molti anni che lavoro sui luoghi di grande energia vibrazionale,  entro nel sarcofago e mi dispongo nella posizione  delle mummie, con le mani incrociate sul chakra del cuore. Gli occhi sono chiusi. E, dopo un paio di minuti, osservo la mia anima uscire dal chakra del cuore e salire piano piano a spirale in un vortice tranquillo e sereno, conscia che il cammino che deve compiere la condurrà verso le stelle.

 

In seguito scopro che alcuni dei più grandi esperti dell'età delle piramidi, come il dottor I.E.S. Edwards o la dottoressa Kate Spence dell'Università di Cambridge, hanno messo in evidenza che gli Egizi credevano che il faraone ascendesse alle stelle, in particolare, a quelle circumpolari, le cosiddette "indistruttibili", perché non sorgono né tramontano mai, quindi sono sempre visibili nel cielo. Ed è per questa connotazione che erano associate all'eternità e alla vita dopo la morte del faraone.

 

D'altra parte si sa nella conoscenza esoterica che le piramidi erano anche e soprattutto luoghi di iniziazione. Il faraone veniva iniziato dai sommi sacerdoti e la prova ultima era quella della morte simbolica che permetteva, con la sua presa di coscienza, un profondo rinnovamento interiore.

 

Sempre sul filo conduttore di questa ricerca di un legame tra il Cielo e l'Antico Egitto, durante la visita al grandioso Museo del Cairo, compro un biglietto per la stanza delle mummie (dove adesso, tra l'altro, riposa quella di Ramses I, il fondatore della dinastia ramesside e faraone dell'esodo biblico) e vengo a sapere che il processo di imbalsamazione durava 70 giorni. 70 giorni: esattamente il ciclo di scomparsa dal cielo di Sirio, la stella più luminosa. In una "forma mentis" che ragionava per analogia la non visibilità della stella era dunque equiparata alla fase preparatoria per il viaggio nell'aldilà. E il computo e l'analogia funzionavano vista la strabiliante conservazione delle mummie!

 

Sempre al Museo del Cairo mi imbatto in un interessantissimo frammento di un abito cerimoniale  in pelle di leopardo con le macchie costituite da stelle a 5 punte trapuntate. In genere i sacerdoti indossavano abiti trapuntati di stelle per mostrare il fatto di essere versati nella dottrina astronomica ed astrologica. Ma questo abito era quello che veniva indossato da una sacerdotessa del tempio per un rituale molto particolare: quello del tiraggio della corda. Di cosa si trattava esattamente? Il tiraggio della corda sembra risalire alla I dinastia (siamo intorno al 2920 a.C.) e consisteva nell'assistere il faraone nel fissare l'asse di un tempio o di una piramide. Ormai è comprovato dalla maggioranza degli studiosi che era fondamentale per le antiche civiltà  orientare l'edificio sacro secondo certe posizioni o allineamenti  celesti in siti dove le energie telluriche fossero di magnetismo molto positivo. In questo modo veniva riprodotta l' armonia tra le forze di base costituenti la Realtà -maschile e femminile, ovvero, Cielo e Terra.

 

La sacerdotessa che presenziava al rituale dell'allineamento sembra proprio che rappresentasse (come confermato da ricerche recenti), la dea Seshat, una dea molto antica, così antica che già all'epoca della costruzione delle piramidi era considerata ancestrale. Dalla moderna egittologia ortodossa non viene neppure menzionata eppure nel mio viaggio l'ho trovata spesso raffigurata nei templi. Essa viene rappresentata con un copricapo  da cui si eleva un bastone  che sorregge una stella a 7 punte sormontata da un paio di corna rovesciate. Alta e magra , la postura della dea è eretta e l'insieme della figura esprime fiducia e autorità, nobiltà. Nelle mani tiene un bastone ed una mazza.

 

Ci spiega lo studioso dell'Antico Egitto, Robert Bauval (coautore de "il Mistero di Orione” Tea € 7.75)) , con cui abbiamo il privilegio di condividere questo viaggio, che nel pantheon egizio Seshat era la moglie-compagna di Thoth, il dio della saggezza e dell'astronomia nonché inventore della lingua e della scrittura. Secondo Bauval il copricapo con la stella a 7 punte con le corna rovesciate  raffigurerebbe le 7 stelle dell'Orsa Maggiore che gli egizi chiamavano "la coscia del toro" (meshkhetiu). E il caso vuole che questa costellazione faccia parte delle stelle imperiture, rappresentazione del ciclo di rinascita. (inserire piccola figura della costellazione dell’Orsa)

 

La dea Seshat aveva poi anche un'altra funzione: quella di stabilire, affidandosi alla disciplina astrologica, gli anni di governo del faraone. Faceva questo  lei stessa segnando dei nodi su un ramo di palma per cui la dea era conosciuta come "signora degli anni". 

 

La mia ricerca mi porta infine in Nubia, ad Abu Simbel. Proprio come facevano gli antichi egizi, ci arriviamo dall'acqua. I due templi, quello dedicato a Ramses II e quello dedicato alla sua sposa preferita, Nefertari, ci appaiono nelle luci che volgono al tramonto donando un riflesso rossastro e magico alle imponenti statue. D'altra parte per gli Antichi Egizi la parola per religione era "Heka" che è più propriamente da tradursi con Magia. Davvero per loro la Vita era un fluire magico, un contatto palpitante ed intenso con le forze che ci circondano, visibili ed invisibili.

 

"Omaggi a te, Tu sei il Signore dei cieli", canta l'antico e bellissimo Inno a Ra, "Tu attraversi i cieli con il cuore traboccante di gioia. I tuoi raggi sono su tutti i visi. Salve, mio Signore, Tu che attraversi l'eternità e il cui Essere è eterno!".

 

Qui scopro che il tempio di Ramses II era stato costruito con perfezione matematica ed astronomica per celebrare il compleanno del faraone: il Sole, Ra, il dio supremo, entrava perfettamente nel tempio il 21 febbraio, all'alba. E, piccola annotazione di dovere, oggi, con tutta la nostra tecnologia, con i computer e altre meraviglie, da che il tempio è stato smantellato, spostato e ricostruito per permettere la costruzione della diga e il riempimento del bacino idrico, i nostri costruttori sono riusciti a sbagliare i calcoli e il sole penetra il tempio con un giorno di anticipo. Tant'è! 

 

Sul filo della mia ricerca "stellare" non posso perdere ovviamente la visuale del cielo notturno in pieno deserto egizio. Mi alzo così alle quattro e mezza per dirigermi al tempio e contemplare il cielo. Ecco là Orione e Sirio. E l'astro d'argento, la Luna. L'aria è pungente, la notte così chiara e tersa che stelle e astri sembrano così vicini da poterli toccare.

 

Poi, lentamente, ecco il Sole irrompere, all'orizzonte, ad est, sulle acque profonde del lago Nasser e con la sua luce irradiare il luogo: le sabbie rosse del deserto, i templi, i visi dei faraoni e degli dèi. E in quel momento di suprema bellezza ed incanto non ho potuto fare a meno di pensare che gli Antichi Egizi vivevano in un ambiente che, naturalmente, li metteva in contatto privilegiato con il Cielo, la loro Nut, simbolo della fecondità e della rinascita, della rigenerazione. E mi è venuto anche da pensare che, se erano astronomi tanto competenti, non potevano non essere versati anche in astrologia, mentre oggi molti egittologi ortodossi si sforzano di comprovare che solo con l'arrivo dei Greci la sapienza astrologica venne davvero portata in Egitto. Ma noi, da parte nostra, sappiamo che dai tempi più antichi astronomia e astrologia si fondevano in una disciplina sola in un meraviglioso gioco di analogia e sappiamo bene, come riportano i testi ermetici, che l'Egitto era stato creato a immagine del cielo.

 

 

 

Bibliografia

  • "Conversando con i pianeti, il cosmo nel mito e nella scienza" di Anthony Aveni, Edizioni Dedalo
  • "Herbak Cecio" di Isha Schwaller de Lubicz, L'Ottava Edizioni
  • "Egitto segreto" di Paul Brunton, Edizioni Il Punto d'incontro
  • "I luoghi alti" di Blanche Merz, Sugarco Edizioni
  • "Seshat, la Dea delle sette stelle" di Robert Bauval, su "Hera" numero 47
  • "La piramide di Zoser e le stelle dell'Orsa Maggiore", di Robert Bauval,  su "Hera", numero 49

Meditazione: tecnica di riequilibrio psico-fisico

Aiuta a liberarsi dalla negatività, ad aprire la mente, a essere consapevoli delle proprie capacità


Corpo e mente non sono separati e indipendenti. Gli antichi lo sapevano già e anche adesso in Oriente, in particolare nel Tibet e in India, questa consapevolezza è molto radicata. In Occidente, invece,  questa concezione si era persa  ma oggi le ricerche compiute dalla psiconeuroimmunologia (la scienza che studia i nessi biologici tra mente, cervello e sistema immunitario) stanno chiarendo sempre più i meccanismi che mettono in relazione la parte fisica e la parte psichica dell'individuo.

Secondo le ricerche più recenti i centri emotivi del cervello sono strettamente correlati al sistema immunitario e a quello cardiovascolare. Stress e tensioni indeboliscono i due sistemi, al contrario, una mente in pace con se stessa è il miglior alleato della salute fisica.

La meditazione è una tecnica che consente di rasserenare la mente sciogliendo gli stress accumulati nel corpo e sul piano emotivo. Può essere paragonata a un'operazione di pulizia e rinnovamento, attraverso la quale il cervello riesce a creare nuovi percorsi per incanalare le energie, percorsi che aprono  nuove potenzialità e che nutrono l’espressione creativa. In altre parole, la meditazione può essere considerata un metodo molto efficace per eliminare lo stress e le emozioni negative. Allo stesso tempo è in grado di favorire straordinari processi di trasformazione tanto nel corpo  quanto nella mente sia a breve che a lungo termine.

 
 

COME COMINCIARE 

Il percorso di meditazione spiegato qui è molto semplice e adatto per chi è alle prime armi. Si rifà a una meditazione di tipo tibetano, caratterizzata dall'impiego di esercizi di visualizzazione finalizzati alla purificazione della mente e all'acquisizione di energia positiva.

Esistono però anche altri tipi di meditazione che, allo stesso scopo, privilegiano tecniche di "vuoto mentale" e altre ancora. Chi desidera approfondire la conoscenza di questo affascinante argomento può ricorrere ai diversi manuali (la produzione sull'argomento è molto vasta), spesso corredati anche da cassette con esempi di esercitazioni pratiche. Oppure può seguire un corso di meditazione.   Basta rivolgersi a un centro yoga o di benessere naturale che normalmente prevedono anche attività meditative per singoli o di gruppi.  Spesso anche i centri di cultura orientale hanno maestri che insegnano questa tecnica da loro a lungo praticata.

Quando si comincia a meditare la cosa migliore è non preoccuparsi delle eventuali difficoltà e concentrarsi piuttosto sui benefici che si avvertono. E’ fondamentale, soprattutto, praticare con costanza e sentire cosa avviene a livello fisico e mentale. Bisogna avere pazienza e mantenere un atteggiamento mentale positivo e aperto per ascoltare ciò che viene insegnato: i risultati non tarderanno ad arrivare.

 

LA SCELTA          ...... DEL LUOGO 

La pratica della meditazione richiede perseveranza e anche chi sceglie di fare la meditazione in gruppo ha bisogno di esercitare la tecnica per conto proprio ogni giorno.

Il luogo più adatto per la pratica è un posto tranquillo, dove ci si sente a proprio agio e dove la mente non riceva distrazioni. Se è possibile usufruire di uno spazio naturale è meglio: gli alberi, il suono dell’acqua, la vista del cielo sono di grande aiuto per entrare in contatto con la propria interiorità e per rilassarsi.

Ma se questo non è possibile allora si può scegliere un angolo tranquillo della casa e  predisporlo con incensi profumati, candele, fiori per aumentarne le vibrazioni positive.

 

                               ...... DEL MOMENTO

Il momento più adatto è quando si dispone di pace e calma: che questo accada la mattina, la sera dopo il lavoro o lo studio, o prima di coricarsi, non ha importanza.

La durata della meditazione dipende dalle proprie necessità e capacità. Si può meditare per pochi minuti ma anche per un’ora. In ogni caso la priorità deve essere data al fatto di esercitarsi ogni giorno. 

 

LA POSTURA

L’obiettivo fondamentale delle posizioni  della meditazione è di rilassare i muscoli e aprire i canali energetici del corpo per permettere all’energia e al respiro di fluire liberamente e naturalmente. In questo modo si consente alla mente di calmarsi, di essere elastica e flessibile.

Si può praticare la meditazione sedendo su una sedia:in questo modo non si rischia di addormentarsi (cosa che potrebbe accadere meditando sdraiate). In più questa è una posizione ideale per chi tende a soffrire di mal di schiena: mantenere la colonna vertebrale ben eretta, lasciare cadere le spalle in posizione morbida, porre le mani sulle cosce con i palmi rivolti all’insù; chiudere gli occhi e reclinare leggermente la testa in avanti.

Se ci si siede a terra, la posizione ideale è quella del “fior di loto”: incrociare le gambe, porre le mani  in grembo con i palmi all’insù e con la destra sulla sinistra ( il contrario per chi è mancina) oppure appoggiarle sulle ginocchia. Tenere gli occhi chiusi.

Se si sceglie  la posizione sdraiata, sistemarsi supini con le braccia rilassate lungo i fianchi e i palmi delle mani rivolti all’insù. Chiudere gli occhi.

 

IL RESPIRO

Quando si medita, è importante respirare naturalmente e con calma. La consapevolezza del respiro, del suo ritmo fatto di inspirazione ed espirazione, è un metodo efficacissimo per allentare le emozioni negative.

Per entrare in uno stato di rilassamento è consigliabile dunque iniziare con un ciclo di 5/ 9 respirazioni  a cui unire immagini mentali: inspirando  immaginare di far entrare nel corpo una luce curativa, purificatrice; quando si espira immaginare che questa luce porti fuori dal corpo tutta la negatività accumulata.

 

IL RILASSAMENTO

La fase successiva è quella di rilassamento, molto importante  perché  aiuta a sciogliere le tensioni muscolari e a creare lo spazio mentale di calma. Rilassarsi però non significa  lasciarsi andare alla sonnolenza, alla semi-coscienza o al torpore. La meditazione più efficace è, infatti, quella vigile che permette alla mente di essere lucida.

Partendo dalla testa piano piano, prendendosi tutto il tempo necessario, si rilasseranno tutte le parti del corpo.

 

LA VISUALIZZAZIONE

Finito il rilassamento, si è creato lo spazio mentale di calma idoneo per entrare nella successiva fase della visualizzazione. La visualizzazione aiuta a trasformare i modelli mentali negativi in positivi. E’ una tecnica naturale perché si pensa continuamente per immagini: ricordando, ad esempio,  i propri cari o  un luogo di vacanza, queste immagini si formano con estrema vividezza nella mente.

Nella meditazione si visualizza per uno scopo ben preciso, ma il processo è lo stesso.

Atleti ed artisti professionisti si avvalgono di questa tecnica per migliorare le prestazioni e mettere in atto tutte le possibilità di cui dispongono: nutrirsi di immagini positive  aiuta ed ispira ogni tipo di persona e  di attività.

Lo scopo della visualizzazione è riuscire ad evocare le immagini e a porre su di esse tutta l’attenzione possibile fino ad essere completamente assorbite. Questo insegna a concentrarsi e la concentrazione rende la mente forte, lucida, calma.

E' importante  lasciare emergere le immagini spontaneamente permettendo alla propria conoscenza interiore di agire e di trasmettere informazioni.
 

 TRE ESERCIZI DA PROVARE:

1) Il globo di luce

 

L'obiettivo: E' una utile fonte di auto-benessere a livello psico-fisico.

Le fasi:

  • Immagina che ci sia un globo di luce bianca della dimensione che più ti piace, a qualche centimetro dalla tua testa.
  • Il globo comincia a girare in senso orario avvolgendo il tuo corpo, dalla testa via via fino alle dita dei piedi, di una luce radiante, purificatrice, curativa. E’ una luce che scioglie ogni tensione, ogni blocco.
  • Osserva come, tutta la sostanza inutile, tutte le scorie e le tensioni vengano attirate a terra e fuoriescano dalle dita  dei piedi. Osservane il colore, la densità, l’opacità.
  • Osserva ora come tutta questa sostanza inutile venga riassorbita dalla terra che è in grado di riciclarla e trasformarla e sentiti in pace con te stesso, ripulito, centrato, equilibrato e rilassato.
  • Godi appieno di questa sensazione di benessere,  lasciatene inondare.

 

2) Il prato, il saggio

 

A cosa serve: Insegna a pensare in positivo e ad apprezzare la vita.

Le fasi:

  • Immaginati su di un prato, in un giorno d’estate. La temperatura è quella giusta per te. Sul prato ci sono fiori colorati.  Senti gli uccelli cantare. Assapora appieno questa pace e la calma del luogo.
  • Immagina di vedere sul prato una tela per dipingere: ci sono i pennelli ed i colori e ti viene voglia di disegnare un autoritratto. Dipingiti in piena salute, felice, con gli occhi radiosi, il viso luminoso, il sistema nervoso vitale e tranquillo al tempo stesso, con il sistema immunitario forte. E poi, una volta finito il ritratto, metti la tua firma nell’angolo destro in basso.
  • Ora osserva le nuvole che corrono in cielo e sali su una di esse. La giornata è splendida e senti come la nuvola è morbida e soffice e come accarezza la tua schiena e la massaggia dolcemente come un cuscino di luce.
  • Osserva il cielo terso e azzurro, il verde brillante dei prati sotto di te e i fiori colorati.
  • Ora ritorna sul prato, poi  cammina fino a che non arrivi all’imboccatura di un sentiero che porta nel bosco.
  • Entra nel bosco e continua a camminare tra gli alberi. Il sole illumina il sentiero.
  • Sei arrivato in una radura e al centro c’è una bella casa. La porta è aperta, entra.
  • Dentro tutto è accogliente, piacevole, caldo. Il sole entra nella stanza e c’è un bel divano comodo su cui vai a sederti.
  • Non sei solo nella stanza:  prendi coscienza che c’è una persona, è un vecchio maestro di saggezza. Osservalo, osservane gli occhi e riconosci che nel suo cuore c’è racchiusa tutta la saggezza dell’universo.
  • Ora il vecchio saggio si avvicina a te: lo sguardo è luminoso, ti guarda con affetto profondo, ti prende la mano e ti parla. Ascoltalo dire: “Credi nella vita, scorri con la vita, la vita è per te”.
  • Ora il maestro deve andarsene, ma potrai richiamare la sua presenza ogni volta che lo vorrai per avere ispirazione, saggezza, benessere. Salutatevi.
  • Ora anche tu lasci la stanza e ti dirigi nuovamente nel bosco per tornare al prato. Il sole brilla ancora, ti senti meravigliosamente bene.
  • Sei  di nuovo sul prato. In mezzo c’è un grande albero, forte e ben diritto. Avvicinati e abbraccialo, appoggia il viso contro la corteccia e captane la  forza vitale.  

 

3) Confini in espansione

 

L'obiettivo: E' utile per esplorare se stessi, per riconoscere quali limiti ci si impone e imparare a dissolverli per arrivare così ad una condizione di apertura e di maggiore creatività. 

Le fasi:

  • Immagina di essere avvolto da una radiante luce dorata, una luce potente, curativa, trasformatrice. Senti il benessere che la luce  dona e lasciati cullare da questa piacevole sensazione e dalla luce stessa.
  • Ora domanda a te stesso: chi sono? Lascia affiorare la risposta da sola, senza interferire, in tutta calma.
  • Una volta che la risposta è arrivata, cerca di comprendere i limiti che con la definizione che hai trovato imponi a te stesso. Una volta individuati, prendi coscienza del fatto che si tratta di un confine che ti sei tracciato da te.
  • Getta a questo punto il limite al di là del confine. Puoi immaginare questo confine come preferisci. Lascia lavorare la tua creatività. Gettando il limite al di là del confine, vedrai che questo automaticamente si estenderà.
  • Chiediti di nuovo chi sei e considera la risposta: è ancora un limite.
  • Getta il limite al di là del confine e osserva che il confine si espande ulteriormente.
  • Ripeti la domanda ancora una volta e, dopo aver osservato la nuova definizione che ne scaturisce, getta questo limite al di là del confine ancora una volta osservando come il confine tenderà ad espandersi ulteriormente.
  • Ora ritorna a concentrarti sulla luce dorata che avvolge il tuo corpo e osserva quanto si sia ampliata e si sia fatta più luminosa. Assapora appieno questa condizione.

 

COME CONCLUDERE

Una volta terminato il percorso di visualizzazione, lentamente si riaprono gli occhi, si muovono braccia e gambe con dolcezza, allungandole, si riprende coscienza del luogo in cui ci si trova.

Si possono poi dedicare alcuni minuti alla trascrizione delle sensazioni provate, per confrontarle con quelle di altri momenti di meditazione. Se invece si è meditato in gruppo, questo è il momento in cui si condividono le emozioni sperimentate, raccontandole.

(Pubblicato sul numero di marzo 2002 della rivista "Silhouette Donna")

Aura ed energie: intervista ad Arianna Mendo

Ci sono luoghi che emanano benefici influssi che provengono dal sottosuolo. Arianna Mendo, bionaturopata, è esperta di queste energie che si possono scoprire in Gallura e in tutta la Sardegna.

 

Lei sostiene che certe energie "si condensano" e vanno a formare l'aura. Ci spiega meglio? Che cos'è?

Secondo le più recenti scoperte della fisica, tutta la materia è energia. Esistono forze più dense che sono in equilibrio dinamico fra loro e sono caratterizzate da diverse frequenze (le ricordo che anche la luce ha una propria frequenza) ed esiste una forza più sottile, una specie di energia vitale che anima tutte le creature viventi. L'aura è una specie di alone che le persone hanno intorno, che normalmente non si vede, o meglio, non siamo abituati a vedere. Può essere più o meno ampia, più o meno luminosa a seconda dello stato di benessere psico-fisico della persona. Le persone che stanno bene nel corpo e nello spirito, per esempio, hanno un'aura molto espansa (anche di diversi metri) e molto luminosa, un'aura la cui intensità si avverte anche da lontano. In questo caso si sta molto bene insieme con la persona in questione. Invece, coloro che hanno problemi di salute o disturbi psicologici possiedono un'aura debole, opaca. L'aura cambia spesso colore o intensità: dipende molto dai nostri stati d'animo e dai pensieri che ci passano per la mente.

 

Ma com'è fatta l'aura?

L'essere umano è circondato da diversi strati detti "corpi di energia" prima di arrivare al corpo fisico. Sono proprio questi strati che costituiscono l'aura.

 

E quali sono?

Partendo dal più vicino al nostro corpo fisico troviamo: il corpo eterico, che è a un livello di frequenza appena al di sopra di quello del corpo fisico; il corpo astrale, che è quello influenzato dalle emozioni; il corpo mentale, che spazia dal livello più basso, il pensiero istintivo, a quello più elevato, il  pensiero intuitivo.

 

E' vero che in certi luoghi si vede meglio la nostra aura?

Esistono alcuni luoghi in natura in cui è possibile visualizzare l'aura in maniera particolarmente precisa. Uno di questi si trova qui in Sardegna, a Palau.In una grotta che, secondo gli archeologi, era abitata già nella preistoria, è possibile vedere con estrema facilità l'energia che è intorno al nostro corpo, sotto forma di veri e propri fasci di luce che fuoriescono dalle dita delle mani.

 

Ma come facevano gli antichi a capire quali erano i luoghi di energia?

Prima di tutto lo sentivano perché il loro contatto con la natura era molto stretto. Possedevano anche conoscenze astronomiche, astrologiche, di medicina. Infatti, spesso, la scelta della realizzazione di luoghi di energia (i nuraghi stessi) teneva conto dei punti in cui sorgeva o tramontava il sole, o della luna durante i solstizi o gli equinozi,  o di certe stelle. Effettivamente, nel solstizio d'estate nei nuraghi ben conservati, l'aura delle persone si vede bene.

 

Questo alone che sembra essere intorno al corpo di ogni persona si può vedere anche in altre circostanze, anche senza essere in questi luoghi di energia?

Uno degli esercizi più semplici è quello di far sostare una persona contro una parete bianca in una stanza con luci soffuse. Chi vuole vederne l'aura si metterà ad una certa distanza e, tenendo gli occhi semi-socchiusi, focalizzerà l'attenzione intorno al suo capo e alle sue spalle. Dopo un po' si potrà scorgere una specie di luminescenza. Si può fare una prova anche con le proprie mani, ponendole contro la parete bianca: muovendole, traguardando con gli occhi semi-socchiusi, si vedrà questa luminescenza. Guardare con gli occhi semi-socchiusi è importante perché ci permette di entrare in un campo visivo al quale normalmente non siamo abituati. Se ci esercitiamo a vedere l'aura, diventerà sempre più facile e si comincerà a vederne l'ampiezza, i colori, la luminosità, ed eventuali opacità. Esistono poi delle apparecchiature che evidenziano ancora di più questo "effetto corona: la più nota è la camera Kirlian dal nome dello studioso russo che ha reso possibile fotografarlo.

 

Tornando ai luoghi di energia, perché fa bene frequentarli?  

Lo psicoterapeuta Carl Gustav Jung affermava che oggi le nevrosi sono spesso frutto della incapacità di vivere attivamente i simboli, di sperimentare in sé, cioè, quel qualcosa di magico con cui gli antichi erano in contatto. Sostando in luoghi ad alta energia, con rispetto e amore, è possibile accedere a piani vibratori più sottili e perdere la nozione del tempo e dello spazio, proprio come facevano gli antichi. Così meditazioni sui luoghi, visualizzazioni creative, riti alla luna piena p nei nuraghi al solstizio, per citare qualche esempio, sono esperienze che producono effetti profondi e benefici.

Conoscere le energie sottili

Secondo  le  più  recenti conoscenze  della fisica sappiamo  oggi  che  viviamo  in un universo composto di una rete di interconnessioni energetiche: un oceano di energia radiante in costante mutamento. I luoghi ad alta valenza vibrazionale sono luoghi privilegiati dove regna un’energia cosmo-tellurica particolarmente forte e vibrante. L’uomo infatti è posto nel mezzo di queste due forze di cui ha bisogno per il suo equilibrio psico-fisico. In un luogo ad alta energia vibrazionale, queste forze si trovano in perfetto equilibrio caricando ed inondando il nostro corpo e le nostre cellule di energie positive. Sostando in questi luoghi è possibile accedere a piani vibratori più sottili e perdere la nozione del tempo e dello spazio, proprio come facevano gli antichi. Gli antichi infatti nei luoghi ad alta energia vibrazionale hanno sempre eretto monumenti in pietra in grado di convogliare le energie del Cielo e della Terra per il benessere dell’individuo. Da Stonehenge alle piramidi d’Egitto, i monumenti antichi più misteriosi e suggestivi sorgono su punti particolari in cui la terra emana un’energia positiva. Non fa difetto a questa regola la splendida isola di Sardegna, che presenta in effetti la più alta densità di monumenti nel mondo. La Sardegna è  una terra molto antica, una delle prime ad essere emersa nel continente europeo e, soprattutto nella regione della Gallura, per via della massiccia presenza del granito (che si è riuscito recentemente a datare e pare abbia ben 300 milioni di anni), i punti ad alta energia vibrazionale sono parecchi e di forte intensità. Su questi punti la civiltà nuragica, a partire dal II millennio a.C., ha costruito i suoi monumenti più rappresentativi: i nuraghi, i pozzi sacri, le tombe di giganti, ma anche i circoli, i menhir, i dolmen.
Proviamo allora a fare un passo indietro, proviamo a metterci nella mentalità e nel modo di concepire l’universo dei nuragici: i nostri predecessori sentivano  di vivere in un universo animato, in un ambiente fertile e vibrante e concepivano la Terra come un organismo vivente con un suo respiro ed un suo ritmo. E' per questa capacità percettiva che gli antichi sono stati in grado di edificare monumenti che sapevano convogliare le energie cosmo-telluriche. Gli antichi, soprattutto nella figura dei sacerdoti-sciamani (che erano gli uomini di conoscenza) riuscivano ad identificare i luoghi che possedevano un'alta energia vibrazionale benefica e lì decidevano di costruire i loro monumenti in perfetto equilibrio fra Terra e Cielo.
 
L'uomo, ricettore cosmico
Einstein dimostrò che energia e materia sono i due aspetti della stessa sostanza universale. Il riconoscimento che tutta la materia è energia è la base per comprendere perché gli esseri umani possono essere visti come sistemi energetici dinamici. L'uomo è dunque, secondo i nuovi orientamenti, un essere multidimensionale, fatto di energia densa ed energia sottile: la differenza tra materia fisica (densa) e materia eterica (sottile) è solo una differenza di frequenza. La natura solida della materia in effetti è solo una mera illusione dei sensi dal momento che essa non è altro che una sostanza composta di particelle che sono punti di luce congelata. L'uomo è in definitiva fatto della stessa sostanza dell'universo, che è energia e luce di varie forme e frequenze, e l'uomo, posto così tra cielo e terra, in questo universo, è un essere in equilibrio dinamico.
L’energia sottile che si trova intorno al corpo denso viene denominata comunemente “aura” e si compone di più strati. Lungo il corpo poi, disposti praticamente lungo la colonna vertebrale, vi sono i 7 chakra.  Chakra è una parola che viene dall’antica lingua indiana, il sanscrito, e significa ruota e, in senso più lato, vortice di energia. Questi 7 chakra sono come porte di entrata ed uscita dell’energia vitale sottile che viene da essi  elaborata perché possa essere assimilata in maniera adeguata dal corpo fisico.Ognuno dei 7 chakra è collegato ad un plesso nervoso, ad una ghiandola del sistema endocrino, a un particolare sistema fisiologico e ad un aspetto mentale, emotivo.
Tutto ciò è sufficiente per comprendere come il buon funzionamento di ciascun chakra sia essenziale per l’equilibrio e la salute di  ogni sistema d’organo.  Dal momento che i chakra aiutano a controllare il flusso dell’energia vitale nei diversi organi, quando funzionano adeguatamente contribuiscono a rinforzare ed equilibrare i vari sistemi; quando invece non funzionano in modo efficiente possono creare debolezze nelle varie zone. 
 
Gli antichi lo sapevano già 
Se  andiamo più  indietro  nel tempo  possiamo vedere come le antiche civiltà  fossero a  conoscenza di questa  visione dell'universo e questo  grazie a pratiche come la meditazione e la preghiera che permettevano a saggi e mistici di  espandere la loro coscienza  e di  raggiungere  perciò  una percezione più alta. Infatti,  nell'antica tradizione  indiana si parla  di prana, l'energia  universale,  che  è la fonte di ogni vita. I cinesi chiamarono questa energia vitale  ch'i. Essa costituiva e permeava  tutta la materia  contenendo in sé  due forze polari:  lo  Ying e lo Yang, cioè   l'energia  femminile  e quella maschile  che danno ritmo  e movimento  creando la  vita.

Il fatto è che i nostri predecessori, in qualsiasi angolo del globo, come dice bene Anthony Aveni, professore di astronomia ed antropologia, "ritenevano di vivere in un universo animato, in un ambiente vivo, fertile, vibrante e interattivo". Noi oggi, in questa civiltà frenetica così separata dall'ambiente che ci circonda, in questa civiltà che analizza, divide, specializza, solo molto faticosamente possiamo concepire l'universo come lo concepivano i nostri antenati. Abbiamo smesso di sentire, di percepire. Sì, siamo ancora sensibili ai cambiamenti climatici, ma non riusciamo più a captare le forze del sottosuolo o quelle di origine cosmica .

Lo psicoterapeuta Carl Gustav Jung affermava che oggi le nevrosi sono spesso frutto della mancanza di vivere attivamente i simboli, di sperimentare, cioè, in sé quel qualcosa dimagico, di numinoso con cui invece gli antichi erano costantemente in contatto.
Sperimentare direttamente questo contatto sui luoghi sacri, dove sono stati eretti i monumenti della civiltà nuragica, significa vivere nuovamente i simboli, farne esperienza in sé. Sostando in questi luoghi ad alta energia, con rispetto ed amore, è possibile accedere a piani vibratori più sottili e perdere la nozione del tempo e dello spazio, proprio come facevano gli antichi: così meditazioni sui luoghi, visualizzazioni creative, riti alla Luna piena di notte, nei nuraghi al solstizio d'estate sono esperienze che producono effetti profondi e benefici. Riportandoci infatti  in contatto con noi stessi e con le forze del Cielo e della Terra gli antichi luoghi sacri o luoghi naturalistici di grande bellezza e potenza energetica ci aiutano a riequilibrarci e danno alla vita uno spessore e un significato  maggiore permettendoci di interiorizzare archetipi universali che mettono in moto, infine, profonde energie trasformatrici

Astrologia Karmica: chi eri in una vita passata

Abbiamo già vissuto? E torneremo a vivere in un futuro? Secondo la teoria della reincarnazione sì perché l'anima ricomparirebbe periodicamente in una serie successiva di corpi. E' una teoria che è alla base di molte religioni e filosofie: da quella vedica in India alle credenze degli antichi Egizi, dal buddismo alla visione della vita degli Indiani d'America.

 

Il karma è la legge di causa ed effetto che spingerebbe l'anima a incarnarsi. Secondo il concetto karmico la vita presente sarebbe il risultato delle nostre azioni nelle esistenze passate e questa vita, con le sue scelte e i suoi fatti, determinerebbe quella che sarà la vita futura. Ognuno di noi ritornerebbe così a vivere sul piano terreno fino a quando non abbia raggiunto la perfezione dell'anima e può pertanto uscire dal ciclo di morte e rinascita. Su questa base l'anima, quando sta per incarnarsi, dopo aver esaminato le sue vite precedenti, si cercherebbe un tipo di esistenza che sia la più consona possibile a ciò che deve ancora maturare ed apprendere. 

 

Le varie vite non sono dunque separate le une dalle altre, ma sono legate da una specie di filo di Arianna che si srotola di continuo oltre il tempo e lo spazio. Così si spiegano certe attitudini spontanee, innate, che sono spesso capacità maturate in precedenza, o la ripetizione di certi schemi dai quali sembra impossibile uscire perché, molto probabilmente, la loro radice affonda in una vita anteriore, o l'amicizia e i colpi di fulmine fra due persone che rappresenterebbero un vero e proprio riconoscersi.

 

Nel momento in cui l'anima fa il suo ingresso sul piano materiale attraverso il corpo la persona dimentica il suo passato perché sarebbe un carico eccessivo da portarsi dietro e non vivrebbe la vita presente al massimo, ma a volte certi ricordi possono riaffiorare spontaneamente alla memoria magari visitando un certo luogo o incontrando una certa persona.

 

Ci sono anche delle tecniche che stimolano questi ricordi di vite anteriori e che possono aiutare a risolvere una fobia radicata, un rapporto interpersonale complesso o a capire meglio se stessi. Fra queste: l'ipnosi, le tecniche meditative di stampo orientale che permettono di entrare in un campo di coscienza molto più vasto, l'utilizzo della sfera di cristallo, che consente di vedere delle scene, o dell'agopuntura dove gli aghi, collocati opportunamente in determinati punti del corpo, andrebbero a stimolare antichi ricordi. 

 

Il viaggio nelle vite passate che proponiamo in queste pagine è molto  semplice e si basa sul periodo di nascita dal momento che, sempre secondo la teoria della reincarnazione, si nascerebbe quando i raggi celesti si trovano in armonia matematica col proprio karma individuale. Andando a consultare nella tabella sotto riportata il tuo periodo di nascita scoprirai così quale fra le tue vite è quella che incide maggiormente sull'attuale. Scoprirai a quale epoca si riferisce quell'esistenza precedente, se eri maschio o femmina, quale ruolo svolgevi, il compito in questa vita.   

 

Se sei nata/o tra il 22 ed il 31 marzo sei vissuta/o in un'epoca molto lontana, ai primordi dell'umanità, in un periodo compreso tra il 48000 e il 39270 a.C. Eri un maschio ed eri un cacciatore. Conoscevi bene l'uso delle armi ed il tuo ruolo era fondamentale per la sopravvivenza del clan di cui facevi parte. Possedevi coraggio, forza, grande energia e giravi per le foreste immense e lussureggianti di allora alla ricerca di prede.

 

Anche in questa vita sei coraggiosa/o, sai far fronte alle difficoltà e lotti per ciò che ritieni giusto ed importante. Ma tendi anche a lavorare fin troppo assiduamente per sentirti poi stanca/o e svuotata/o di ogni energia. Devi pertanto imparare a trovare un maggiore equilibrio fra attività e riposo ritagliandoti attimi di tranquillità o distendendo il fisico con qualche tecnica meditativa che ti aiuti anche a guardare un po' di più in te stessa/o. 

 

Se sei nata/o tra il 1° ed il 10 aprile sei vissuta/o  in un'epoca compresa fra il 38486 e il 32065 a.C. nei primi tempi dell'umanità. Eri un maschio e svolgevi un ruolo di prestigio perché eri il capo, l'uomo di riferimento del clan di appartenenza. Dovevi quindi prendere le decisioni importanti per la comunità e amministravi anche la giustizia. Eri anche la persona che deteneva le conoscenze che venivano tramandate.

 

In questa vita presente tendi così a muoverti sulla base di idee e principi che consideri giusti e che raramente cambi per cui devi imparare ad essere più flessibile ed elastica/o e a reagire con più calma e meno impulsivamente.  

 

Se sei nata/o tra l'11 ed il 20 aprile sei vissuta/o in un periodo compreso fra il 31417 ed il  26117 a.C. ed eri una donna. Vivevi in grotte o in quelle prime abitazioni fatte di fango o pietra e paglia. Dovevi accudire al focolare e alla prole, ma la vita era dura sotto molti aspetti per cui eri forte interiormente e fisicamente.

 

In questa vita sei sicuramente  capace e grintosa/o, ma devi anche imparare a nutrire certi connotati  quali la pazienza e la dolcezza e a essere meno irruente e non pensare che gli altri intorno a te debbano fare le cose secondo il tuo criterio ed il tuo punto di vista.  

 

Se sei nata/o tra il 21 ed il 30 aprile sei vissuta/o in un periodo compreso fra il 26117 ed il 21208 a.C., In quella lontana vita eri un uomo, vivace ed intelligente, avevi seguito la scuola ed eri arrivato a ottimi livelli di conoscenza che utilizzavi nel tuo lavoro.

 

In questa vita ami comunicare con gli altri e socializzare, ami imparare ed apprendere, ma avendo avuto in quell'epoca un ruolo importante ora hai una certa difficoltà ad ascoltare ed osservare gli altri, atteggiamento che dovresti cercare di migliorare per migliorare le relazioni interpersonali e per aprirti più facilmente a nuove idee. 

 

Se sei nata/o tra il 1° ed il 10 maggio sei vissuta/o in un periodo compreso fra il 20767 e il 17156 a.C., l'epoca in cui dominava la cultura atlantidea, una cultura già molto sviluppata. Atlantide era un continente vasto, probabilmente situato nell'Oceano Atlantico o forse nel Mediterraneo di allora. Eri incarnata/o in una donna, avevi seguito degli studi per cui avevi un ruolo attivo nella società e nei culti che assumevano molta importanza ed eri preposta alle danze e ai canti. Ti occupavi però anche della famiglia.

 

In questa vita pur manifestando intelligenza pratica e concretezza nello svolgere le tue mansioni tendi a volte a preoccuparti troppo del benessere delle persone a cui vuoi bene e a sentirti indispensabile nella loro vita. Puoi entrare così in uno stato di ansia. Devi quindi imparare a non preoccuparti anticipatamente coltivando la calma e i pensieri positivi. 

 

Se sei nata/o tra l'11 ed il 21 maggio sei vissuta/o in un periodo compreso tra il 16792 e il 13811 a.C, durante la civiltà atlantidea, scomparsa, così pare, per un cataclisma naturale o forse per un uso non appropriato della loro tecnologia e delle loro conoscenze. Era infatti una cultura già molto sviluppata. Atlantide era un continente vasto, probabilmente situato nell'Oceano Atlantico o forse nel Mediterraneo di allora. In quel periodo eri un uomo ed eri un sacerdote, detentore delle conoscenze e dell'ordine sociale. Svolgevi pertanto un ruolo di saggio, di detentore dell'equilibrio e avevi molta responsabilità.

 

In questa vita tendi pertanto ad avere un forte senso del dovere e di disciplina e sei molto attenta/o ai bisogni degli altri, specie delle persone a cui vuoi bene. Puoi allora a volte diventare un po' assillante e esageratamente premurosa. Devi pertanto imparare a  lasciare andare la tendenza al controllo  sugli altri lasciando loro più autonomia e libertà di gestirsi la vita. 

 

Se sei nata/o tra il 21 ed il 31 maggio sei vissuta/o in un periodo compreso tra il 13811 e l'11050 a.C., l'ultimo periodo della civiltà atlantidea, scomparsa, così pare, per un cataclisma naturale o forse per un uso non appropriato della loro tecnologia e delle loro conoscenze. Era infatti una cultura già molto sviluppata. Atlantide era un continente vasto, probabilmente situato nell'Oceano Atlantico o forse nel Mediterraneo di allora. In quella vita eri un uomo e avevi frequentato alti livelli d'istruzione per questo svolgevi un ruolo importante nella società in qualità di architetto o di ingegnere o di studioso.

 

In questa vita tendi pertanto ad usare troppo il pensiero sovraffaticando a volte la mente. Devi imparare così a staccare ogni tanto la spina concedendoti momenti di assoluto relax. 

 

Se sei nata/o tra il 1° ed il 10 giugno sei vissuta/o tra il 10803 e l'8772 a.C. dopo la caduta della civiltà di Atlantide quando i sopravvissuti si sono sparpagliati in diversi angoli della Terra (Perù, Egitto, Inghilterra, ecc.) iniziando un nuovo ciclo e insegnando  alle popolazioni locali conoscenze avanzate che hanno permesso di erigere le prime grandi costruzioni. In quel tempo eri un uomo di Atlantide detentore di alcune conoscenze che ha intrapreso il viaggio verso nuove terre e che lì dove si è recato ha portato molti insegnamenti.

 

In questa vita tendi a fare tutto di fretta, come se fossi sempre sotto pressione, e vivi in perenne tensione mettendo il tuo sistema nervoso ed il tuo fisico a dura prova. Vorresti anche che tutti seguissero il tuo ritmo. Devi imparare a comprendere che invece ognuno ha i suoi tempi e che anche tu hai bisogno di riposo ogni tanto: farai bene alla tua salute e inoltre migliorerai i tuoi rapporti interpersonali. 

 

Se sei nata/o tra l'11 ed il 21 giugno sei vissuta/o tra l'8567 e il 6891 a.C. l'epoca in cui hanno cominciato a sorgere le grandi civiltà del passato come quella Ittita o Assiro-Babilonese o Egizia. Eri un uomo e avevi grande inventiva. Sei stato un aedo, cioè un cantore di storie, o un sovrano illuminato o uno dei primi inventori della scrittura o uno che divinava, o un commerciante Per questo motivo in questa vita hai sempre bisogno di qualcuno con cui comunicare ed entrare in contatto e devi imparare a stare bene con te stessa/o anche quando sei da sola/o. 

 

Se sei nata/o tra il 22 giugno ed il 1° luglio sei vissuta/o tra il 6891 ed il 5339 a.C., l'epoca delle civiltà matriarcali. A quei tempi hai vissuto come donna nel ruolo di madre, di donna che custodiva il focolare domestico e teneva insieme la famiglia guidandola e prendendo decisioni.

 

In questa vita tendi così a chiuderti nel tuo guscio, a rifugiarti nel tuo nido, che è la tua casa o la tua stanza, e devi imparare ad aprirti di più agli altri. 

 

Se sei nata/o tra il 2 e l'11 luglio sei vissuta/o tra il 5200 ed il 4058 a.C.,  un periodo in cui le grandi civiltà del passato continuavano nel loro sviluppo e in cui la cultura matriarcale continuava ad essere predominante. Eri una donna che era preposta ai culti, alle danze e avevi facoltà divinatorie. Avevi anche il ruolo di conservare e tramandare oralmente tutte le conoscenze, i miti, le storie e le leggende del tuo clan di  appartenenza.  In questa vita puoi tendere così a volte a pensare e ripensare alle cose rimuginandoci sopra. Ti culli nei ricordi, vivi nel passato,  provi spesso nostalgia. Devi imparare a vivere di più l'attimo, il presente. 

 

Se sei nata/o tra il 12 ed il 22 luglio sei vissuta/o tra il 3943 ed il 3000 a.C, l'epoca delle civiltà matriarcali e della ascesa delle grandi civiltà del passato. In quella vita eri una sacerdotessa e avevi quindi potere decisionale e doti curative. Eri una sciamana, in altre parole. In questa vita pertanto possiedi una natura sensibilissima/o e assorbi tutti gli stati d'animo degli altri che ti causano un alternarsi di stati d'animo. Pur mantenendo questa bella sensibilità che hai devi imparare però a gestire meglio le tue energie ed i tuoi stati d'animo per non ritrovarti in balia delle tue emozioni.

 

Se sei nata/o tra il 23 luglio ed il 2 agosto sei vissuta/o tra il 3000 ed il 2127 a.C., l'epoca del fiorire delle grandi civiltà, da quelle megalitiche d'Europa a quella egizia. Eri un uomo ed eri un sacerdote, un ruolo primario in quel periodo. Era infatti il sacerdote che deteneva le conoscenze spirituali, che gestiva gran parte del potere decisionale. Per questo in questa vita vuoi riuscire e ti poni delle mete ben precise possedendo doti come l'autocontrollo e l'autodisciplina. Devi imparare però a non richiedere troppo a te stessa/o e a ritemprarti di tanto in tanto con momenti di svago e di divertimento. 

 

Se sei nata/o tra il 3 ed il 13 agosto sei vissuta tra il 2048 ed il 1406 a.C, il periodo dello splendore delle grandi civiltà del passato. Eri un uomo ed eri un sovrano o un giudice o un uomo di potere. Per questo in questa vita sei una persona capace, indipendente, ma puoi rischiare di assumere un ruolo di superiorità o di cedere alle lusinghe e ai complimenti altrui. Devi imparare pertanto a essere più umile e a non farti influenzare troppo dalle opinioni altrui.

 

Se sei nata/o tra il 14 ed il 23 agosto sei vissuta/o tra il 1341 e l'811 a.C., un'epoca di fulgore di alcune civiltà del passato come quella greca.  Eri un uomo in quella vita e facevi il soldato combattendo in diverse battaglie. Per questo in questa vita sei ambiziosa/o, hai energia e dinamismo e obiettivi ben definiti, ma puoi assumere un atteggiamento presuntuoso ed intollerante. Devi pertanto imparare a capire che tutti possiedono delle qualità e che tutti possono insegnarti e darti qualcosa e che anche tu hai l'opportunità di imparare dagli altri. 

 

Se sei nata/o tra il 24 agosto ed il 2 settembre sei vissuta/o tra l'811 ed il 321 a.C. l'epoca dell'inizio di Roma. Eri un uomo ed eri un oratore o un politico o un generale o un agricoltore. Per questo in questa vita sei analitica, razionale, critica e tendi al perfezionismo. Devi imparare a essere soddisfatta di te stessa anche quando non riesci a raggiungere i risultati sperati e a ad apprezzare di più ciò che fai. 

 

Se sei nata/o tra il 3 ed il 12 settembre sei vissuta/o tra il 277 a.C. e l'84 d.C., l'epoca del grande splendore della civiltà romana. Eri una donna e vivevi negli agi e nel lusso. Possedevi una bella casa e passavi di festa in festa dedicandoti anche alle pratiche amatorie. Per questo in questa vita sei un'igienista, ti prendi cura della tua salute e della pulizia della tua casa, fai attenzione a ciò che mangi e sei molto ordinata. Devi imparare a vedere i lati migliori della tua personalità e anche ad accettarti con qualche pecca o imperfezione, a superare i sensi di colpa e a non torturarti per gli errori commessi. 

 

Se sei nata/o tra il 13 ed il 22 settembre sei vissuta/o tra il 121 ed il 419 d.C. in epoca romana, ma si è già in una fase di decadenza. Eri un uomo ed eri uno scrittore, un pensatore, un maestro o un messaggero. In questa vita così tendi a soppesare attentamente le cose e calcoli tutto, anteponendo la ragione. Devi imparare, quando le circostanze lo richiedono, ad usare di più il cuore e a far fluire meglio le emozioni.  

 

Se sei nata/o tra il 23 settembre ed il 2 ottobre sei vissuta/o tra il 419 ed il 695 d.C., l'epoca della decadenza romana e delle invasioni barbariche. In quel periodo eri una donna che svolgeva il suo ruolo femminile, di madre e di sposa o presso i romani o presso questi altri popoli invasori. Era un periodo di grande instabilità e cambiamenti continui per cui ti porti dietro un bagaglio di insicurezze che tendono a riflettersi in una certa indecisione nel carattere. Devi imparare allora a cercare dentro di te la soluzione, seguendo la tua guida interiore, piuttosto che scegliere in base a condizionamenti esterni. 

 

Se sei nata/o tra il 3 e il 13  ottobre sei vissuta/o tra il 720 e il 923 d.C., epoca di invasioni, di guerre, di nuovi assetti geografici e politici in Europa. In quell'epoca eri un uomo e hai svolto il ruolo di padre, come capo famiglia o qualche altro ruolo guida, come un comandante o un religioso. Avevi pertanto senso del dovere, di responsabilità, controllavi e davi ordini, a volte diventavi persino inflessibile. In questa vita puoi aver ereditato così una tendenza alle comodità o un senso di sfiducia, di timore di fronte alle iniziative e alle decisioni da prendere e devi imparare a trovare il successo per esprimere le tue potenzialità usando autodisciplina e amore per le cose che fai. 

 

Se sei nata/o tra il 14 ed il 23 ottobre sei vissuta/o tra il 943 ed il 1109 d.C., l'epoca del primo medioevo. In quel periodo eri un uomo e svolgevi un ruolo di potere: sei stato un capo o un religioso o uno studioso o un cavaliere di rango. Cercavi di operare con giustizia ed imparzialità, seguendo le leggi di Dio e le leggi degli uomini. Anche oggi cerchi sempre di mediare, di trovare il giusto mezzo fra gli opposti, ma devi imparare ogni tanto a far parlare anche l'istinto. 

 

Se sei nata/o tra il 24 ottobre ed il 2 novembre sei vissuta/o tra il 1109 ed il 1266 d.C., in periodo medievale. Eri un uomo ed eri un condottiero, un cavaliere che ha combattuto in diverse battaglie negli eserciti dei re o nelle crociate. Hai vissuto con senso drammatico, amavi il rischio e le situazioni di estremo pericolo. Per questo anche oggi sei attirata/o dalle esperienze forti, intense, sei combattiva/o, audace ma a volte puoi essere aggressiva/o. Devi imparare perciò a non prendere tutto sempre di petto e ad affrontare le situazioni con più calma.  

 

Se sei nata/o tra il 3 e l'11 novembre sei vissuta/o tra il 1280 e il 1394 d.C. in epoca medievale. Eri un uomo in quel periodo storico e svolgevi un ruolo di comando, nel senso che o eri un capo famiglia o un sovrano o uno che dirigeva dei lavori o eri una figura preminente in qualche ordine religioso. In quella vita hai sperimentato il potere e anche oggi sei ambiziosa e vuoi raggiungere dei traguardi prestigiosi. Devi imparare però a fronteggiare le situazioni con minor carica emotiva e maggior distacco per non esaurirti psichicamente e fisicamente. 

 

Se sei nata/o tra il 12 ed il 21 novembre sei vissuta/o tra il 1406 e il 1500 d.C. sul finire del medioevo e l'aprirsi del rinascimento. In quel periodo eri un uomo ed eri un artista o un architetto che ha contribuito a realizzare le grandi opere di quella fase storica. Avevi quindi una natura creativa e passionale molto intensa e ti sei portata/o dietro questi aspetti della personalità per cui provi sentimenti forti nella sfera affettiva e puoi essere assalita/o in certi casi da un senso di gelosia o di rancore o dal sospetto. In questa vita devi imparare proprio a vincere questi sentimenti negativi trasformandoli in compassione e comprensione.  

 

Se sei nata/o tra il 22 novembre ed il 1° dicembre sei vissuta/o tra il 1500 ed il 1587 d.C. nel periodo delle grandi scoperte di nuovi mondi. E in quel periodo eri un uomo che ha per l'appunto  viaggiato tantissimo verso le nuove terre e possedevi una natura avventurosa, curiosa, amavi la vita e l'hai vissuta appieno. In questa vita tendi così a non voler crescere e devi imparare a godere della vita pur assumendoti le responsabilità che essa richiede. 

 

Se sei nata/o tra il 2 e l'11 dicembre sei vissuta/o tra il 1595 e il 1659 d.C., il periodo delle conquiste dei nuovi territori scoperti o che si andavano scoprendo. In quel periodo eri un uomo che è andato in queste nuove terre e ha combattuto per la loro conquista. Hai vissuto con coraggio ma ti sei trovato di fronte anche a prove estreme, a situazioni inaspettate che ti hanno messo a dura prova e che possono averti fatto vacillare. In questa vita sei ottimista e ami il rischio ma devi imparare ancora ad affrontare meglio i momenti difficili, le prove che la vita porta con sé. 

 

Se sei nata/o tra il 12 ed il 21 dicembre sei nata/o tra il 1665 e il 1719 d.C., l'epoca del colonialismo. In quel periodo eri un uomo di comando ma al tempo stesso avventuroso e hai accettato volentieri compiti anche gravosi in quelle nuove terre. A volte perciò hai vissuto con una certa fatica certe regole rigide. O forse hai dovuto provare la schiavitù. Per questo oggi devi imparare a trovare un equilibrio fra giocosità e senso del dovere. 

 

Se sei nata/o tra il 22 ed il 31 dicembre sei nata/o tra il 1719 e il 1767 d.C., l'epoca del colonialismo e delle grandi monarchie. In quel periodo eri un uomo importante, sei stato un politico o uno studioso o un artista di talento. Anche oggi sei ambiziosa/o e devi imparare ad amministrare bene il tempo e a reggerti su competenze ben specifiche per raggiungere i tuoi traguardi. 

 

Se sei nata/o tra il 1° ed il 10 gennaio sei nata/o tra il 1772 e il 1808 d.C.. Siamo nell'epoca del colonialismo, dell'avventura industriale, delle grandi potenze europee. In quella vita eri un uomo che ha combattuto nelle guerre dell'epoca o hai svolto altre mansioni che hanno fatto emergere l'aspetto della tenacia, della forza. Avevi un carattere indistruttibile. In questa vita devi pertanto imparare a lasciarti andare di più, ad essere meno rigida/o ed inflessibile e a immettere più gioco e divertimento.  

 

Se sei nata/o tra l'11 ed il 20 gennaio sei nata/o tra il 1793 e il 1841, l'epoca delle grandi potenze europee, di guerre e politica colonialista, di prime scoperte innovative. In questa vita eri uno studioso o sei stato un capo o un lavoratore ed eri infaticabile e dedito al tuo scopo di vita. In questa vita sei altrettanto tenace, mordente, concreta ma devi imparare a prenderti anche del tempo per te in occupazioni più divertenti, più leggere. 

 

Se sei nata/o tra il 21 ed il 30 gennaio sei nata/o precedentemente  tra il 1841 e il 1869, epoca di rivolte, di maggiore industrialismo, ma anche di romanticismo, di fiducia nel progresso. In quel periodo eri una donna e svolgevi il ruolo di sposa e di madre  e di lavoratrice ed eri anche attenta così al mondo, alla società. In questa vita hai una mente aperta e sei avanti con i tempi e devi imparare a gestire creativamente il tuo potenziale ed il tuo estro. 

 

Se sei nata/o tra il 31 gennaio e il 9 febbraio sei  nata/o precedentemente tra il 1871 e il 1892, epoca di grande fiducia nel progresso. In quella vita eri un uomo, un intellettuale  o un ricercatore e hai contribuito allo sviluppo delle nuove idee. In questa vita hai una mente brillante e sveglia, sempre in movimento e il tuo compito è quello di utilizzarla per l'espressione di te stessa/o e nel lavoro, ma devi imparare ogni tanto a rilassarti e a concederti del riposo per non esaurirti.  

 

Se sei nata/o tra il 10 e il 19 febbraio sei nata/o tra il 1894 e il 1911: il colonialismo perdura ma cominciano a vedersi le crepe, avanza l'industrializzazione, continuano le guerre. In quel periodo eri un artista o un inventore o una donna e avevi un carattere proiettato nel futuro, sognavi ad occhi aperti, portavi in te esigenze nuove e nuove visioni di vita. Oggi permangono in te questi semi e devi imparare ad usare la tua energia creativa in settori per te ideali come la musica, la televisione, lo scrivere, lo spettacolo. 

 

Se sei nata/o tra il 20 ed il 29 febbraio sei nata/o  tra il 1911 e il 1917, l'epoca della prima grande guerra. Potevi essere uomo o donna, appartenevi alle classi più umili e hai vissuto disagi e privazioni che ti hanno procurato sofferenze ma ti hanno anche rafforzato il carattere. In questa vita sei portata ad aiutare i più deboli e i bisognosi ma devi imparare qualche volta a dire di no e a pensare anche a te stessa/o.

 

Se sei nata/o tra il 1° ed il 10 marzo eri in vita tra il 1918 e il 1930, anni del dopoguerra, della depressione e del charleston. Eri uomo o donna delle classi lavoratrici o impiegatizie e hai sperimentato  le privazioni e le difficoltà dell'epoca ma anche le prime comodità. Oggi tendi a sentirti a volte vittima delle circostanze e devi imparare a vivere con più realismo ed obiettività. 

 

Se sei nata/o tra l'11 e il 21 marzo eri in vita tra il '30 e il '40, gli anni della seconda guerra mondiale e, in qualità di uomo o di donna, hai sperimentato la durezza di quello spaventoso conflitto. Hai sofferto molto e per questo nella vita attuale a volte non combatti abbastanza, ti lasci andare alla rassegnazione. Sei sensibile e dolce e trovando maggiore forza di volontà e di assertività puoi imparare a vivere la vita con più calore e vitalità.

Le stelle di Lucio Battisti

Per ricordare, a dieci anni dalla sua scomparsa il grande artista che era, e che ho molto amato, ecco un profilo astrologico di Lucio Battisti, un profilo che sta girando l'Italia all'interno di una mostra dedicata interamente a lui dall'associazione "Il tassello mancante".

 

Lucio Battisti era nato, secondo l’anagrafe, a Poggio Bustone in provincia di Rieti il 5 marzo del 1943 alle ore 13,30.

 

Risulta essere così un Pesci con la Luna nello stesso segno e un Ascendente Cancro.

 

Il segno di nascita rappresenta la posizione del Sole nel momento in cui si vede la luce e riveste un’importanza fondamentale dal momento che il Sole è l’astro più fulgido, quello che permette la vita sul nostro pianeta. Esso ci conferisce le caratteristiche salienti della nostra personalità. Ma Luna e Ascendente hanno anch’essi un ruolo di primaria importanza: la Luna infatti è il nostro lato emotivo, la nostra interiorità mentre l’Ascendente aggiunge altri tratti di base all’individuo.  

 

Per quanto riguarda Battisti, Pesci e Cancro sono due segni d’Acqua e danno tratti legati alla creatività, alla sensibilità, all’immaginazione, alla poesia. Tratti che ci vengono comunicati da Battisti attraverso le sue canzoni: sia la musica che i testi di Mogol riflettono un animo sensibile e una capacità di entrare in contatto profondo con l’immaginario degli italiani. La forza dei brani di Battisti non è solo nei ritmi e nelle sonorità ma anche nelle parole che sanno evocare immagini precise di situazioni e sentimenti che parlano al cuore. Il brano “Emozioni”, forse più di tutti, riesce a sintetizzare le vibrazioni primarie in Pesci ed in Cancro sotto cui Lucio era nato.     

 

Che la creatività e il senso poetico di Battisti si potessero incanalare nella musica piuttosto che privilegiare altre arti  è dato da Mercurio in Acquario. Mercurio è il pianeta simbolo della comunicazione mentre l’Acquario è il segno per eccellenza della musica e anche di tutto ciò che è innovativo, moderno, avanti coi tempi. E Battisti scelse, guarda caso,  la musica moderna, pop per esprimersi interpretandola in una maniera del tutto nuova rispetto a chi lo aveva preceduto grazie anche ad una voce dal timbro particolare e a ritmi e testi più rispondenti alla mentalità dei giovani degli anni’60 in un periodo storico di grossi cambiamenti sociali e culturali del nostro Paese.

 

La propensione alla musica nel suo cielo di nascita è anche data dalla posizione dei due pianeti della creatività Venere e  Nettuno,  che, quando si guardano in faccia, come nel caso dell’oroscopo di Battisti, danno talento musicale.  

 

Giove è il pianeta dalla massa più grande del nostro sistema ed il suo ruolo è importante in un’analisi astrologica perché aggiunge altri tratti caratteriali e dona qualità e talenti. Nel cielo del cantautore reatino Giove cade proprio all’Ascendente. In Cancro non fa che rafforzare le caratteristiche del segno stesso e cioè l’ispirazione, quella capacità poetica, di attingere ad immagini pregnanti e saperle trasmettere.

 

All’Ascendente questo Giove indica poi successo e fortuna. Un Giove che fluisce benissimo con il Sole di nascita del cantautore mentre Venere brilla proprio nel settore della realizzazione, connotazioni ulteriori della sua fama e notorietà, della sua fortuna in campo artistico.

 

Indica anche, visto che l’Ascendente conferisce anche caratteristiche fisiche, quella tendenza alla pinguetudine che lo caratterizzò nell’ultima fase della sua breve vita.  

 

Le forti vibrazioni pescine e cancerine sono anche la base della sua introversione e del suo bisogno di privacy: i segni d’Acqua tendono in effetti ad isolarsi, a chiudersi. Hanno l’esigenza di un loro rifugio, un luogo tutto per loro. Lui comunicava bene solo attraverso le canzoni, così si legge nel suo cielo, e non amava più di tanto i bagni di folla, le interviste e le luci della ribalta.

 

Nonostante ciò la Luna Nera, coagulo di energie profonde, viscerali, istintive, sempre all’Ascendente, è garanzia di carisma, di presa sul pubblico e tanti personaggi di successo del mondo dello spettacolo e della politica presentano questa vibrazione vicino all’Ascendente.   

 

Anche il connubio perfetto tra testi e musica, tra Battisti e Mogol, è scritto nel cielo in quella sovrapposizione tra il Sole e la Luna di Mogol in Leone e il Nodo lunare, punto di fortuna,  di Battisti anch’esso in Leone– nel loro destino c’era dunque scritto che l’ispirazione li avrebbe legati. I due artisti si davano dunque ispirazione reciprocamente in un dialogo armonioso. 

 

Mogol nasce a Milano il 17 agosto del ’36 alle ore 4,40. Risulta quindi Leone con Ascendente Leone e Luna nello stesso segno. Quante energie forti e dominanti nel segno dello spettacolo e dell’espressione creativa per eccellenza! Per lui era davvero inevitabile un destino nel mondo della canzone, della TV, della radio.  Il suo carisma è forte, l’ispirazione naturale con Sole e Luna così vicini nei gradi zodiacali.

 

Giove in Sagittario, poi,  nel settore del suo oroscopo legato alla creatività, non fa che rafforzare il suo talento e la dice lunga sulla passione ad avere allievi e ad insegnare dal momento che il Sagittario ed il Leone sono due segni portati alla didattica.

 

Infine, Urano, vibrazione planetaria simbolo della musica moderna e di tutto quanto è universo televisivo, cinematografico, radiofonico, danza in alto nel suo cielo nel settore della carriera e per di più in Toro, il segno della voce, della canzone.   

 

Eppure ad un certo punto, nonostante il forte legame artistico fra i due, ci fu la rottura, l’allontanamento. E questo si può leggere nel cielo di Battisti?  Ebbene sì, perché Marte, il pianeta della guerra e delle liti, si trova in posizione difficile nel cielo di Battisti proprio  nel settore delle collaborazioni, delle partnership. 

 

Ma al di là di queste vicissitudini, anche private, ciò che importa è che, grazie alla Luna e a Mercurio, che nell’oroscopo di Lucio si trovano nel settore del cielo legato alla morte, le loro canzoni resteranno per sempre resistendo al Tempo. Era quindi scritto nelle stelle che Battisti sarebbe diventato un’icona, un mito. Che per sempre le sue note sapranno toccare l’anima degli Italiani.

Lavorare con gli archetipi, meditazione su Giove

V Convegno Astrologico Torinese

Astrologia esperienziale

“Lavorare con gli archetipi: meditazione gioviana”

 

Sin dai miei primi studi sulla simbologia astrologica e sugli archetipi universali sono stata profondamente colpita da uno dei concetti dello psicoterapeuta Carl Gustav Jung: oggi le nevrosi sono spesso frutto della mancanza di vivere attivamente i simboli, di sperimentare, cioè, in sé quel qualcosa di magico, di numinoso con cui invece gli antichi erano costantemente in contatto. Abbiamo sostanzialmente perso questa capacità di connessione e di stupore, ma è possibile recuperarla. Come? Fermandoci ad osservare, a contemplare, nel silenzio, nell’ascolto interiore, attraverso la meditazione.

 

Tanto più che come appassionati di astrologia abbiamo una marcia in più possedendo una dimestichezza con i simboli, con le energie archetipiche.  

 

Sempre Jung affermava che gli dèi e le dee della mitologia erano simboli di profondi fattori inerenti la psicologia umana, fattori che erano condivisi da tutta l’umanità e da qui postulò il concetto di un livello di coscienza che denominò “inconscio collettivo” . E’ l’inconscio collettivo che crea le potenti immagini simboliche che si vengono a trovare nella parte più profonda dei nostri processi psicologici e che Jung chiamò archetipi.

 

Dal momento che i pianeti sono definiti con nomi che richiamano dèi e dee della mitologia e che anche i segni dello zodiaco hanno connessioni mitologiche, è chiaro che il linguaggio dell’astrologia è di fatto quello degli archetipi.  

 

Gli archetipi sono i nostri principi primi, sono una coagulazione di energie e, ancora secondo Jung, la realtà archetipica interagisce con i fatti della nostra vita quotidiana  grazie al processo della sincronicità che permette di unire, di collegare tra loro fattori che in apparenza non hanno nessuna causa perché ciò accada. La sincronicità è dunque, secondo le sue parole, “un principio di connessione acausale” e l’unione tra realtà e simbolo avviene ad un livello interiore, psicologico e l’inconscio è l’agente attivo di questa unione.  

 

La nostra carta natale rappresenta il momento più sincronico di tutti poiché è il diagramma del cielo in un dato momento nel tempo che è quello della nostra nascita. La carta natale è pertanto l’immagine della nostra relazione simbolica con il cosmo e ci inserisce, come individui, nello schema archetipico delle cose.

 

E’ come un mandala, cioè una raffigurazione simbolica che rappresenta l’unità psico-spirituale, la completezza e che viene usato, nei Paesi orientali,  come sistema di meditazione. La meditazione su un mandala aiuta chi la pratica ad entrare in contatto con il centro, con quel senso di completezza e di unità di cui si va alla ricerca.  

 

In questo mandala i pianeti e i segni zodiacali che vi sono inseriti, con gli dèi e le dee e i racconti mitologici a cui si riferiscono, sono immagini archetipiche eterne. Immagini che sono fuori e dentro di noi per cui mettersi in contatto con esse, attraverso la dimensione della carta natale, vuol dire mettersi in contatto con quella parte di noi che è eterna. 

 

Personalmente, in base ai miei studi sulle energie, sono sempre più dell’idea che ogni pianeta abbia un suo particolare influsso a cui corrisponde una determinata tonalità, una certa frequenza e che gli antichi abbiano saputo percepire queste differenze creando così la simbologia di ciascun pianeta. Il fatto è che i nostri predecessori, in qualsiasi angolo del globo, come dice bene Anthony Aveni, professore di astronomia ed antropologia, “ritenevano di vivere in un universo animato, in un ambiente vivo, fertile, vibrante e interattivo”. Noi oggi, in questa civiltà frenetica così separata dall'ambiente che ci circonda, in questa civiltà che analizza, divide, specializza, solo molto faticosamente possiamo concepire l'universo come lo concepivano i nostri antenati. Abbiamo smesso di sentire, di percepire. 

 

Per gli antichi il macrocosmo si rifletteva nel microcosmo, il tutto si rifletteva nella parte, secondo il motto "così in alto, come in basso". Essi tendevano pertanto a  mettere in relazione le cose fra di loro: integravano, cercavano le corrispondenze segrete.  I nostri predecessori, però, nella loro tendenza a mettere in relazione, univano anche quello che per noi oggi è un mondo inanimato alla sfera animata della loro vita e crearono un rapporto tra il cielo e tutte le attività umane.

 

Energie planetarie, linguaggio del mito, riti e simboli astrologici erano tutti, pertanto, correlati fra loro.

 

Facciamo un po’ di etimologia…..

 

La parola mito (dal greco mythos)  è la parola nel senso forte, vibrante. E’ la parola che ha significato. “Das sagende Wort” per usare un termine caro al filosofo tedesco Heidegger. Differisce dal “logos” (parola semplice) o da “resis” (parlarsi addosso).  I miti ci vogliono dunque comunicare qualcosa di importante. E  la parola mito contiene una radice Mu che significa “chiudere gli occhi”, “chiudere le labbra” ovvero il silenzio iniziatico che si diceva “echemythìa” ovvero il possesso del mito e quindi il possesso della parola sacra che va profferita con un particolare sibilo sonoro, un particolare mantra. Il mito non è che la parola stessa, la parola che ripetuta ritualmente possiede un potere, una sua sacralità (teniamo ben presente che un tempo vi era un linguaggio “ieratico” e uno “demotico”). Ogni scuola iniziatica aveva un suo racconto sacro che ruotava intorno agli  dèi e alla creazione anche perché, come già indicato più sopra, per gli antichi c’era questa connessione con il Tutto, con la natura intorno ed i processi cosmici in una visione della vita in cui, come diceva il filosofo ionico Talete, “tutto è pieno di dèi”.

 

Ma come si poteva comprendere la realtà? Un metodo era proprio il simbolismo che grazie al suo carattere analogico e sintetico  mette insieme, correla.  (Comprendere= prendere insieme). Attraverso il linguaggio del simbolo si può avere una visione d’insieme in simultanea poiché si crea un’identità fra il soggetto che vuole conoscere, la totalità del reale e l’atto stesso del conoscere.

 

Il compito di una struttura iniziatica era quello di trasformare il caos in ordine. Non per niente queste  strutture erano guidate da astronomi-astrologi profondi conoscitori della matematica e della geometria, in altre parole dell’ordine che vedevano in cielo e che misuravano attraverso l’osservazione planetaria e delle stelle.

 

Ma iniziazione è anche, dal latino “inire”, entrare dentro, nella propria interiorità. E d’altra parte in greco è “myesis”, sempre da quella radice Mu. Iniziazione come fare esperienza in sé, rivolgersi all’interno. Non è allora solo un apprendimento libresco, come afferma lo stesso Aristotele in un frammento. I libri vanno bene, sono un sostegno ma l’iniziazione degli antichi riflette un processo interno che è anche conoscenza come visione (i testi sacri indiani si chiamano per l’appunto “veda” da una radice indoeuropea “vid”, vedere). Visione che può portare così a trovare una dimensione altra, più alta, che va oltre il Tempo, che è eterna e che permette una trasformazione alchemica, una mutazione del regime esistenziale, un salto quantitico.   

 

Importanza del lavoro con gli archetipi

 

Il lavoro con gli archetipi attraverso la meditazione guidata permette esattamente di fare tutto il lavoro sopra descritto e cioè di accedere ai nostri canali interiori, di conoscere da noi stessi attraverso la visione e l’ascolto interiore, attraverso l’esperienza diretta, il nostro sentire, le nostre emozioni. E’ una tecnica molto potente che non va approcciata assolutamente in maniera frivola. Al contrario è necessario mostrare rispetto per gli archetipi nella forma in cui si presentano e occorre trattarli come se fossero reali e non frammenti della nostra immaginazione. Infatti questo contatto con gli archetipi così vitale è in grado di risvegliare in noi le nostre potenzialità,  talenti e qualità sopiti. Ci può anche liberare da alcuni pensieri e sentimenti limitanti e frenanti o può gettare una luce su alcune paure o lati oscuri. A volte l’incontro con gli archetipi non è facile quindi. Ma rappresenta una sfida per imparare una determinata lezione, per affrontarli, riconoscerli, per sviluppare meglio qualche aspetto della nostra personalità.

 

La cosa più importante, in questo tipo di lavoro, è lasciare che le immagini emergano spontaneamente senza frenarle con la nostra parte razionale. E’ lasciare che si sviluppino da sé, che ci parlino perché possiamo intessere un dialogo con  i nostri archetipi, farli parlare, porre domande, ottenere risposte. L’importante è essere aperti e lasciarci andare.

 

Potremo così conoscere meglio l’archetipo rappresentato nella nostra carta natale o quello che attualmente si sta presentando nel nostro cielo. I transiti vogliono sempre insegnarci qualcosa e in questo dialogo interiore con l’archetipo possiamo apprendere di più su noi stessi e sul momento che stiamo attraversando.

 

Il principio di Giove 

 

Giove rappresenta la crescita, l’espansione, la riuscita, la ricerca della saggezza, la trasmissione agli altri, l’ottimismo, la speranza, la fortuna, la gioia di vivere, la generosità, il dono della profezia, la capacità di rischiare, la creatività, l’abbondanza.

 

Un eccesso di energia gioviana porta all’arroganza, alla presunzione, ad un ottimismo eccessivo, a prendersi rischi eccessivi, allo sperpero.

 

Una mancanza di energia gioviana porta al timore del rischio, alla chiusura verso nuove idee e nuove conoscenze, alla paura di aprirsi verso nuovi orizzonti e nuove esperienze, alla pigrizia.

 

Siccome il lavoro con gli archetipi agisce anche sul piano strettamente fisico e dell’anatomia sottile, riporto qui il principio gioviano da un punto di vista energetico.  

 

Giove fra i chakra ( porte di entrata ed uscita dell’energia vitale sottile che viene da essi elaborata perché possa essere assimilata in maniera adeguata dal corpo fisico) è collegato al secondo, quello all’altezza dell’ombelico, che esprime il nostro potenziale creativo e la capacità di gioire delle cose della vita. Per questo motivo questo chakra è anche legato all’espressione della sessualità.

 

Il nome di questo chakra in sanscrito è Svadhishthana che significa “la propria dimora”. Il simbolo è una luna crescente bianca. Il suono vibratorio è VAM. Il colore collegato è l’arancio. L’organo sensoriale collegato è il gusto, la lingua mentre gli organi attivi collegati sono gli organi sessuali ed i reni. Fisiologicamente questo chakra è connesso al sistema genito-urinario e a quello riproduttivo mentre le ghiandole associate sono le gonadi.

 

Attraverso questo chakra si apprende a regolare le energie del desiderio gestendole per raggiungere una prospettiva equilibrata.

 

Le disfunzioni fisiche tipiche legate a questo chakra sono: problemi alla prostata, cistiti,  qualsiasi disturbo agli organi sessuali femminili, il cancro alle ovaie e alla prostata.

 

Anche la frigidità, l’eccessivo pudore o un’attività sessuale ossessiva sono simbolo di un malfunzionamento di questo chakra. 

 

La meditazione dell’archetipo di Giove

 

Il luogo più adatto per la pratica è un posto tranquillo, dove ci si sente a proprio agio e dove la mente non riceva distrazioni. Se è possibile usufruire di uno spazio naturale è meglio: gli alberi, il suono dell’acqua, la vista del cielo sono di grande aiuto per entrare in contatto con la propria interiorità e per rilassarsi. Ma se questo non è possibile allora si può scegliere un angolo tranquillo della casa e  predisporlo con incensi profumati, candele, fiori per aumentarne le vibrazioni positive. 

 

Il momento più adatto è quando si dispone di pace e calma: che questo accada la mattina, la sera dopo il lavoro o lo studio, o prima di coricarsi, non ha importanza.

 

Si può praticare la meditazione sedendo su una sedia: mantenere la colonna vertebrale ben eretta, lasciare cadere le spalle in posizione morbida, porre le mani sulle cosce con i palmi rivolti all’insù; chiudere gli occhi e reclinare leggermente la testa in avanti. Se ci si siede a terra, la posizione ideale è quella del “fior di loto”: incrociare le gambe, porre le mani  in grembo con i palmi all’insù e con la destra sulla sinistra ( il contrario per chi è mancino) oppure appoggiarle sulle ginocchia. Tenere gli occhi chiusi. Se si sceglie  la posizione sdraiata, sistemarsi supini con le braccia rilassate lungo i fianchi e i palmi delle mani rivolti all’insù. Chiudere gli occhi. 

 

Quando si medita, è importante respirare naturalmente e con calma. La consapevolezza del respiro, del suo ritmo fatto di inspirazione ed espirazione, è un metodo efficacissimo per allentare le emozioni negative.

 

Per entrare in uno stato di rilassamento è consigliabile dunque iniziare con un ciclo di 5/9 respirazioni  a cui unire immagini mentali: inspirando  immaginare di far entrare nel corpo una luce curativa, purificatrice; quando si espira immaginare che questa luce porti fuori dal corpo tutta la negatività accumulata.

 

La fase successiva è quella di rilassamento, molto importante  perché  aiuta a sciogliere le tensioni muscolari e a creare lo spazio mentale di calma. Partendo dalla testa piano piano, prendendosi tutto il tempo necessario, si rilasseranno tutte le parti del corpo. 

 

Finito il rilassamento, si è creato lo spazio mentale di calma idoneo per entrare nella successiva fase della visualizzazione.

  • Ora immagina un globo di luce arancione ruotare sopra il tuo capo in senso orario: è una luce benefica, radiante.
  • Osserva il globo aprirsi come un fiore di loto e far uscire questa energia benefica e radiante  che scende come una doccia di luce ripulendo tutto il corpo denso e quello sottile.
  • Man mano che l’energia scende come una doccia ai tuoi piedi si forma una pozza di energia densa, oscura ed opaca: è tutta la sostanza inutile che viene lavata via e che viene riassorbita dalla madre terra che tutto può riciclare e trasformare.
  • Senti gratitudine per questa capacità della madre terra e continua a vedere il tuo corpo denso e quello sottile che si fanno sempre più puliti e luminosi.
  • Ora l’energia del globo entra gradualmente nei vari organi risanandoli e portando vitalità: prima gli occhi, poi la gola e via via i polmoni, il cuore, lo stomaco, il fegato, il pancreas, la milza, l’intestino, i reni aggiungendo le ovaie e l’utero se sei donna o la prostata se sei uomo.
  • Soffermati ora in particolare sul fegato, sul pancreas, sui reni, sulle ovaie o la prostata,  prendi contatto e osserva.
  • Ora questa stessa energia di vitalità e gioia entra nei tessuti, nei nervi, nei muscoli, nelle ossa, in ogni singola cellula. Sentila in particolare passare nelle vene.
  • Adesso soffermati sul tuo ombelico, sede del chakra gioviano, e permetti all’energia arancione del globo di luce di ripulire tutto quanto si è addensato a questo livello.
  • Ora l’energia del globo entra nella tua mente facendo sciogliere ogni pensiero negativo e rendendo la tua mente come uno specchio.
  • A questo punto è il momento di lavorare a livello del corpo sottile e immagina l’energia del globo passare sulla tua aura espandendola e rendendola più radiosa, più luminosa.
  • Per un po’ lasciati cullare da questa energia radiante di colore arancione sentendone tutto il benessere che ti apporta.
  • Lentamente ora visualizzati in un tempio. Osservalo con attenzione e calma soffermandoti sui particolari: l’atmosfera che vi regna, i colori, il tipo di luce.
  • Trova in questo tempio un posto per te ideale per sederti e rimani in attesa tranquilla.
  • Davanti a te arrivano due sacerdoti con due brocche di acqua. Con quest’acqua ti lavano piedi e mani e poi ti fanno indossare una tunica bianca di lino.
  • Ti rimetti seduto/a in posizione tranquilla e serena. Ora davanti a te sta arrivando l’archetipo di Giove. Lascia che si presenti alla tua vista spontaneamente, così come ti appare. Osservalo ed accoglilo con il cuore traboccante di gioia: è lì per te.
  • L’archetipo ha un dono per te e te lo offre. Lascia che l’immagine del dono si presenti spontaneamente. Saprai intuitivamente a cosa può servirti e perché ti è stato dato e accettalo con gioia.
  • Ora puoi porre una o più domande all’archetipo di Giove. Lascia che anche queste affiorino spontaneamente e ascolta in tutta tranquillità le risposte.
  • Ora l’archetipo si congeda da te e tu lo ringrazi per essere venuto a te.
  • A questo punto ti alzi e cammini per un po’ nel cortile del tempio. Poi esci. Davanti a te c’è un grosso e forte albero secolare. Ti avvicini e vai a sederti  a terra poggiando la schiena lungo il suo tronco. Sentine la ruvidezza e senti le radici sotto i tuoi piedi. Rimani per un po’ così e poi senza fretta, prendendoti tutto il tempo che ti è necessario, comincerai ad aprire gli occhi.
  • In posizione inginocchiata, con i talloni sui piedi, ringrazierai per l’esperienza vissuta.

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